Mascherine e DPI: oggi indispensabili più che mai.

Da quando il Sars-Cov-2 si è diffuso in tutto il mondo, il modo di vivere di tutta la popolazione mondiale è cambiato in modo significativo.

Addio a feste in compagnia e cene nei ristoranti e, per via delle mascherine, addio anche alla vista dei sorrisi.

Nonostante possano essere vissute come degli strumenti molto scomodi e irritanti però, le mascherine continuano a ricoprire un ruolo fondamentale per la salvaguardia della nostra salute, soprattutto per via della comparsa delle varianti del coronavirus provenienti da diversi continenti.

È per questo motivo che la ricerca di DPI, mascherine chirurgiche e mascherine antiallergiche acquistabili online negli ultimi tempi è di nuovo cresciuta tantissimo.

Ma per quale motivo a distanza di un anno dalla comparsa del Covid-19 mascherine e DPI rappresentano ancora delle risorse indispensabili? Che cosa sta succedendo a livello globale?

Ecco i principali risvolti della faccenda.

Allarme varianti Covid: nuovo lockdown o doppia mascherina?

 Le segnalazioni relative ai casi positivi alle varianti Covid in tutto il territorio nazionale sono in continuo aumento.

La mutazione inglese, la brasiliana e la sudafricana si stanno diffondendo anche in Italia, pertanto è fondamentale escogitare un ulteriore piano di difesa per evitare che la situazione sanitaria precipiti ulteriormente.

C’è chi come Walter Ricciardi propone un nuovo lockdown totale e chi, per evitare ulteriori danni all’economia italiana, propone l’utilizzo della doppia mascherina.

La proposta dell’utilizzo di due mascherine è partita dall’immunologo della Casa Bianca Anthony Fauci, ma anche in Italia c’è chi abbraccia questa soluzione, sostenendo che l’utilizzo di due protezioni potrebbe fare la differenza.

Basti pensare al caso di Roma, in cui l’Associazione dei presidi del Lazio ha suggerito a tutte le scuole della capitale di far indossare sia agli studenti che ai docenti la doppia protezione.

Ma due mascherine sono davvero meglio di una o si tratta di un’esagerazione?

Secondo gli studi effettuati dal CDC negli Stati Uniti, indossare una mascherina in stoffa sopra la mascherina chirurgica potrebbe garantire una protezione dal virus pari al 95%.

Il motivo è da collegare al fatto che le mascherine in tessuto formano un’ulteriore barriera e fanno in modo che la mascherina usa e getta aderisca meglio al viso.

La voglia di tornare alla normalità è tanta e un altro lockdown metterebbe definitivamente in ginocchio tante attività.

Dunque sì alla doppia mascherina obbligatoria nei contesti più pericolosi?

Oggi questo tema è al centro di numerosi dibattiti a livello mondiale, tanti esperti sono d’accordo, mentre altri ritengono che sia opportuno ricorrere ancora una volta a misure più drastiche.

Molto presto sapremo che cosa succederà…

Mascherine e DPI: ora proteggersi è possibile senza sensi di colpa per l’ambiente.

 Mentre c’è chi propone di indossare la doppia mascherina, dall’altra parte c’è chi è contrario ad indossarne anche solo una per motivi legati alla salute dell’ambiente.

I contagi però non si sono ancora placati e sono sopraggiunti dei nuovi pericoli, pertanto le mascherine FFP2 certificate, le mascherine chirurgiche e quelle in tessuto saranno nostre alleate ancora per tanto tempo.

Certo, è una brutta notizia per gli ecologisti che sono già in rivolta.

Si stima infatti che ogni giorno vengano indossate (e poi gettate tra i rifiuti) circa 6,8 miliardi di mascherine usa e getta.

Per fortuna però, c’è chi si sta già adoperando per far sì che le nostre protezioni non diventino un danno irreversibile per il pianeta (dal momento che non possono essere riciclate).

È il caso dell’Australia, dove gli esperti dell’Università di Melbourne hanno dimostrato che ben 3 milioni di mascherine, mischiate alle macerie da costruzione, possono essere impiegate per realizzare un chilometro di strada a due corsie.

Pare che le mascherine siano in grado di conferire resistenza e rigidità al prodotto finale, soddisfando gli standard di sicurezza dell’ingegneria civile.

Insomma si tratta di una scoperta davvero confortante, che se messa in pratica farà sì che per ogni chilometro di strada realizzato vengano utilizzate ben 93 tonnellate di rifiuti, che altrimenti sarebbero stati destinati alle discariche.

Questo studio dimostra che l’unione della ricerca nel settore della medicina e dell’ingegneria ci permetterà di uscire al più presto dall’emergenza sanitaria, proteggendoci senza sensi di colpa e senza fare del male al nostro amato pianeta.

Ad oggi possiamo dire che la situazione relativa al Covid-19 sia in continua evoluzione ma, nonostante ciò, i punti chiave per uscire al più presto da questa situazione sembrano essere sempre due: l’utilizzo delle mascherine e la massima attenzione a seguire tutte le norme anti-contagio.

In questo senso, per essere sempre aggiornati e per essere certi di adottare le giuste precauzioni è bene consultare frequentemente il sito del Ministero della Salute, dove poter trovare tutte le informazioni più attendibili per essere certi di dare il proprio contributo ad una causa che interessa tutto il pianeta!

Grazie alla ricerca e all’impegno di tutti presto la pandemia del Covid-19 sarà solo un ricordo!