Quante tipologie di cuscinetti volventi esistono?

Sicuramente ci sarà capitato di sentire parlare dei cuscinetti volventi quando si parla di funzionamento del motore, in quanto ne rappresentano una componente essenziale. Ma in cosa consistono precisamente? E quante tipologie nei esistono? Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza sull’argomento.

Cosa sono i cuscinetti volventi

In linea generale, possiamo definire i cuscinetti come dei dispositivi meccanici che permettono di ridurre l’attrito tra due oggetti che si muovono in senso rotatorio o lineare. Nello specifico, i cuscinetti volventi permettono di guidare o supportare degli elementi macchina, riducendo al minimo l’attrito, quali possono essere alberi, assi o ruote.

Anche se può sembrare un organo meccanico semplice, il cuscinetto volvente viene prodotto in decine di declinazioni per ambiti e applicazioni differenti. È possibile avere una panoramica al riguardo delle tipologie di cuscinetti volventi in vendita visitando il sito web www.dubbini.it alla relativa sezione. All’interno della stessa, infatti, potranno essere visionate le differenti alternative di cuscinetti volventi da utilizzare in base alle specifiche necessità e con l’ulteriore opzione di poter essere personalizzati qualora si abbiano delle esigenze particolari.

Oltre a garantire un attrito molto basso, i cuscinetti volventi assicurano inoltre anche un’elevata precisione in modo da poter essere utilizzati ad alte velocità di rotazione e con la garanzia che la rumorosità dell’intero corpo macchina si mantenga entro limiti accettabili. Questi dispositivi permettono inoltre di tenere sotto controllo anche molti altri fattori, sempre importanti all’interno di una corpo macchina, quali il calore, il consumo di energia e l’usura. Si caratterizzano inoltre per una buona economicità e per il fatto di essere intercambiabili.

Come sono fatti e a cosa servono

In linea di massima i cuscinetti sono costituiti da un anello esterno e uno interno tra i quali sono collocati una serie di corpi volventi; questi ultimi generalmente sono rappresentati da sfere o da rulli che si trovano all’interno di una sorta di gabbia che li guida durante il loro movimento.

Negli anelli, inoltre, si trovano delle piste di rotolamento di questi corpi, allo scopo di ridurre al minimo le elevatissime pressioni che si generano durante il movimento della macchina. Molto utilizzati all’interno del gruppo motore-cambio, il loro scopo principale è quello di limitare la perdita di energia meccanica e di ridurre l’usura delle parti meccaniche.

Principali tipologie di cuscinetti volventi

Una delle principali classificazioni che viene effettuata in ambito dei cuscinetti volventi è quella che si basa sul tipo di elemento contenuto tra gli anelli, ossia:

  • Cuscinetti a sfera
  • Cuscinetti a rulli

Questi due elementi si differenziano in base al tipo di contatto che si genere tra le piste. Le sfere infatti realizzano un contatto per punto che all’aumentare della pressione tende a diventare di tipo ellittico; la limitata area di contatto assicura un basso attrito ma limita la capacità di carico. Diversamente, invece, il contatto tramite rulli con le piste dell’anello è di tipo lineare e durante il movimento meccanico, assume una forma quasi rettangolare; ciò comporta che la capacità di carico è notevole, ma l’attrito è maggiore e di conseguenza questo tipo di cuscinetto volvente difficilmente viene utilizzato ad alte velocità.

Altra differenziazione è in base al tipo di direzione in cui agisce il carico che i cuscinetti volventi sopportano, cioè:

  • Cuscinetti radiali
  • Cuscinetti assiali

I cuscinetti volventi radiali riescono a sopportare carichi che, rispetto all’albero, agiscono esclusivamente in direzione orizzontale; i cuscinetti assiali, invece, riescono a sopportare carichi che effettuano il loro movimento lungo l’asse dell’albero.

Per concludere, possiamo dire che anche il range di forse in gioco supportabili dai cuscinetti volventi è quanto mai ampio e variegato. L’impiego di questi componenti industriali, infatti, va da macchinari ed impianti industriali fino a piccole applicazioni, sempre meno meccaniche e più informatiche, come ad esempio i distributori automatici.