Scegli gli articoli Phoenix Contact per la sicurezza del tuo impianto elettrico

Lo sappiamo anche nel nostro piccolo: quando c’è un temporale è meglio non tenere accesi computer o altri apparecchi delicati, perché se andasse via la luce all’improvviso, rischierebbero di danneggiarsi. All’interno di un’azienda la presenza stabile e costante dell’energia elettrica è costante. Sia per i macchinari, che per la parte gestita negli uffici. Non per nulla questa è l’era di internet, ma per accedere alla rete è necessaria l’energia elettrica, appunto.

Pensiamo poi agli ospedali, dove alcuni macchinari semplicemente non possono fermarsi, perché sarebbe una questione di vita o di morte.

Phoenix Contact ha nel suo catalogo diversi prodotti in grado di ovviare al problema della mancanza di corrente. Il rischio di un’interruzione improvvisa, per colpa ad esempio di un temporale che danneggia le linee facendo cadere un albero, può e deve essere prevenuto. Allo stesso modo un eccesso di corrente, detto anche sovratensione, rischia di rovinare i macchinari. Vediamo come procedere in entrambi i casi.

 Mancanza di corrente per motivi esterni: gruppi di continuità

Modalità d’uso e funzionamento

 I gruppi di continuità, o UPS (Uninterruptible Power Supply in lingua inglese) sono quella componente indispensabile a garantire un afflusso continuo di energia elettrica. La loro struttura è semplice: sono né più e né meno una batteria. Durante i periodi di normale funzionamento del sistema accumulano energia elettrica, che verrà utilizzata nel caso in cui ci fosse un blocco alla fornitura della corrente.

Scendendo più nei dettagli, l’energia elettrica viene accumulata da un grazie a un convertitore, che trasforma la corrente elettrica alternata della rete elettrica in corrente elettrica continua, e in questa forma viene immagazzinata all’interno della batteria. Nel momento in cui il gruppo entra in azione, si attiva un altro convertitore, che ha lo scopo di ritrasformare l’energia in corrente elettrica alternata, per poterla poi utilizzare.

I gruppi di continuità vengono catalogati in base alla quantità di energia che sono in grado di contenere al loro interno. L’unità di misura è quella dei VoltAmpere, o VA, che indica la potenza apparente. I gruppi di continuità adoperati nelle case e negli uffici in genere hanno qualche centinaio di VA, mentre quelli che regolano il funzionamento dei macchinari delle aziende, vengono calcolati in KVA, i chilovoltampere. Un singolo KVA per intenderci è 1.000 VA. All’interno della stessa fabbrica è possibile trovare diversi gruppi di continuità. Quelli più piccoli collegati agli uffici, dove è sufficiente dare il tempo necessario agli impiegati per salvare il materiale a cui stanno lavorando e poi spegnere tutto, quelli più grandi legati ai macchinari pesanti, che come detto prima vanno tenuti sempre accesi, o anche se è possibile spegnerli, richiedono un procedimento molto più lungo per farlo.

All’interno del catalogo Phoenix Contact troverai diverse opzioni. Puoi scegliere un pacchetto completo dove va indicato soltanto il tipo di batteria richiesto. La scelta della batteria sarà tra piombo e litio, dove è sicuramente più vantaggioso il secondo materiale, perché a parità di dimensioni presenta prestazioni migliori. In alternativa puoi anche decidere di personalizzare il tuo gruppo di continuità scegliendo tu i vari pezzi come batteria, modulo e alimentatore.

Mancanza di corrente per problematiche interne: moduli di ridondanza

La rete di sicurezza in causa di malfunzionamenti

 Il cattivo funzionamento degli alimentatori interni può trasformarsi in un vero disastro, ed è per questo motivo che si tratta di un aspetto da non sottovalutare. Per chi non lo sapesse un alimentatore negli apparecchi elettrici è quella parte deputata al compito di convertire l’energia elettrica ricevuta in una forma che l’apparecchio stesso possa utilizzare.

In altre parole, tutti i nostri elettrodomestici e le apparecchiature informatiche che abbiamo a casa sono fornite di un alimentatore. Se ci spostiamo all’interno di una fabbrica, ancora una volta la necessità di assicurarsi che un guasto non coincida con un fermo macchina diventa imperativa.

La soluzione è semplice e facilmente intuitiva: gli alimentatori devono essere più di uno. Se parlando di stili letterari la ridondanza indica un’inutile ripetizione, nel nostro caso invece avere degli alimentatori supplementari è estremamente importante.

Le soluzioni più comuni sono quelle di avere due alimentatori gemelli, entrambi in grado di funzionare autonomamente, oppure di adoperare tre alimentatori meno potenti, dato che ciascuno arriva a coprire soltanto metà della corrente richiesto. In questo modo due saranno attivi, ed il terzo farà da ruota di scorta.

Due parole vanno spese sui moduli di ridondanza. Gli alimentatori vengono sistemati nel circuito in parallelo, in maniera tale che possano erogare energia al sistema contemporaneamente. Questo però finisce con l’essere un problema nel momento in cui, saltando uno degli alimentatori, si viene a creare un cortocircuito. I moduli di ridondanza hanno il compito di disaccoppiare gli elementi collegati in parallelo, escludendo dal circuito quello malfunzionante, e permettendo che il funzionamento della macchina continui senza intoppi. I moduli di ridondanza non si applicano soltanto agli alimentatori, ma anche, ad esempio, ai gruppi di continuità di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente.

Eccesso di corrente elettrica: protezione degli alimentatori

Cosa accade nel caso di un innalzamento della tensione

 Gli innalzamenti di tensione in genere vengono provocati da un guasto provocato da materiale elettrico scadente o da qualche errore nelle fasi di progettazione e/o installazione della macchina. Se la corrente assorbita è più alta di quella che l’apparecchio è in grado di sopportare, le conseguenze possono essere sgradevoli.

La soluzione sta nelle componenti che fanno da scaricatori e si occupano appunto di scaricare a terra, l’energia in eccesso. Questi dispositivi di protezione dedicati alle linee di alimentazione possono convogliare direttamente a terra questo surplus energetico, oppure convogliarlo verso un circuito ad hoc.

Se guardiamo più nel dettaglio il catalogo Phoenix Contact troveremo tre diverse categorie in questa sezione di prodotti. A: Controllo sovratensioni esterne. Si tratta di una protezione a monte che gestisce i valori di corrente con un voltaggio maggiore. B: Controllo alimentatori delle singole linee. Se la fabbrica ha poche linee, al posto di questi si possono usare in parte quelli di tipo A. Ed infine C: Controllo dispositivi finali, dove il voltaggio è, per forza di cose, più basso.

Per concludere: che si tratti di una grande azienda o di un piccolo ufficio, il controllo della sicurezza elettrica è sempre da tenere in prima linea. In un ufficio i danni saranno sicuramente più limitati, ma la soluzione ottimale resta comunque evitarli.