L’importanza della comunicazione tra il medico e il paziente al fine di evitare contenziosi

Si chiama consenso informato il mezzo attraverso cui viene espressa l’autorizzazione, da parte del paziente, a subire un determinato trattamento terapeutico dal medico a cui si rivolge. Per legge, è proprio la Costituzione a tutelare la scelta arbitraria di sottoporsi ad interventi con il proposito di salvaguardare la propria salute.

Nel caso in cui la figura professionale del personale sanitario dovesse agire senza alcun consenso, potrebbe incorrere a richieste di risarcimento danni e, inoltre, anche a responsabilità penale vera e propria.

Per questo motivo, il medico ha l’obbligo di avvertire il paziente e i familiari di tutti i possibili rischi a cui può andare incontro e deve farlo nella maniera più comprensibile. Può capitare che questo non avvenga oppure che i pazienti cerchino una rivalsa nei confronti del medico. Per questo motivo è fondamentale che il medico si trovi un’assicurazione che copra eventuali rivalse. Esistono diversi prodotti assicurativi che offrono soluzioni adeguate: vai su https://rcmedici.eu/ per vedere le migliori.

Cos’è il consenso informato

Il consenso informato è, nello specifico, il presupposto diretto per la legittimità dell’attività medica. Com’è stato accennato, il principio in questione è quello secondo cui non ci si può sottoporre ad alcun tipo di trattamento medico se non è stato richiesto.

Ragion per cui, sempre secondo la Costituzione, ogni intervento o terapia – a prescindere dal suo carattere invasivo o meno – necessita dell’assenso da parte dell’interessato.

Secondo poi, l’assenso non può prescindere dall’essere consapevole; il soggetto deve quindi essere informato in maniera adeguata circa le caratteristiche dell’intervento a cui si sottoporrà, inclusi gli eventuali rischi e le finalità dello stesso.

In definitiva, il consenso informato è tale poiché espressione pienamente consapevole dell’adesione al trattamento sanitario che il medico propone al paziente, si configura come un diritto della persona, e trova anche fondamento nei principi espressi dagli artt. 2, 13 e 32 della Costituzione.

Inoltre, il paziente è libero – anche dopo averlo accettato – di ritirare il consenso in qualsiasi momento lo ritenga opportuno.

Gli obiettivi del consenso informato

Tra gli obiettivi del consenso informato, si identificano:

  • Il valore giuridico: in grado di rappresentare una prova valida dell’operato del medico;
  • Il valore deontologico: guida le scelte terapeutiche sulla base delle necessità del paziente e del rapporto che intercorre tra lui e il medico;
  • Applicabilità immediata: nei termini di risultare sostenibile, realisticamente, nell’ambito dell’attività sanitaria.

Lo scopo principale a cui si ambisce resta quello di puntare alla riduzione della burocratizzazione della modulistica, al fine di promuovere un rapporto che possa essere quanto più possibile libero tra il medico e il suo paziente, rendendo più comprensibile a quest’ultimo tutto ciò che concerne la terapia che gli è stata consigliata.

Responsabilità civile in caso di mancato consenso

Quando viene offerto il trattamento terapeutico al paziente, subentra il consenso informato che lo delucida sulle eventuali conseguenze che possono succedersi al termine dell’intervento.

Nell’ipotesi in cui il trattamento non fosse eseguito correttamente, il paziente può avvalersi della possibilità di richiedere un risarcimento del danno, facendo appello alle regole del danno causato da errore medico, incluse anche quelle che impongono il tentativo di conciliazione – a tutti gli effetti obbligatorio – prima di appellarsi al Giudice.

Al contrario, se il trattamento è invece eseguito in maniera corretta, l’insorgenza di una complicanza a posteriori solleva il medico e la struttura presso cui opera da qualsiasi responsabilità.

Diversa è la situazione che vede il paziente male informato prima di sottoporsi all’intervento, soprattutto se non gli fossero rese note tutte le possibili complicazioni tipiche di quel trattamento e che, non a caso, poi si verificano. In questo caso, l’informativa incompleta genera una responsabilità per danni, sia per il medico che per la struttura.

Il motivo di questo risvolto è intuitivamente legittimo: secondo la giurisprudenza, l’essere informati correttamente è un diritto, ragion per cui se non viene rispettato si parla di danno che diventa automaticamente risarcibile in qualsiasi caso.