L’aria che respiriamo è la nostra principale fonte di vita e di benessere.
Diciamo spesso “vado in montagna a prendere un po’ di aria buona” e ci raccomandano di “respirare a pieni polmoni l’aria di mare” ma ci siamo mai soffermati a pensare alla qualità dell’aria che respiriamo dentro casa nostra?
Il problema di quello che viene definito in gergo “inquinamento indoor” è un tema molto sentito e che è stato ufficialmente riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dal nostro Ministero della Salute.
In particolare, l’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce la sindrome dell’edificio malato come una vera e propria patologia causata dalla presenza di elementi tossici all’interno di ambienti domestici e di lavoro.
Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.
Le principali fonti di inquinamento sono dettate da fattori esterni e da fattori interni.
I principali fattori esterni sono le polveri sottili, come ad esempio le PM10 costituite da polvere e fumo. Un altro elemento da non sottovalutare è il monossido di carbonio, che viene prodotto in grandi quantità da centri industriali, città e automobili.
Le automobili in particolare sono una delle cause principali di inquinamento tant’è che, specialmente d’estate o comunque nei periodi in cui piove meno, le amministrazioni pubbliche sono costrette a prendere provvedimenti drastici per fermare la circolazione delle auto più inquinanti.
Molte di queste, come ad esempio il Comune di Fiumicino, stanno anche attuando delle forti politiche di mobilità sostenibile, ma siamo ancora molto lontani da realtà eccellenti come quelle dei paesi del nord europa.
I fattori interni sono molti di più rispetto agli esterni e possono essere riassunti così:
- materiali con cui sono costruite le abitazioni
- fumi e particelle prodotte dalla cottura dei cibi
- impianti di riscaldamento e condizionamento
- rivestimenti delle pareti come pitture e vernici
- prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, spay, insetticidi)
- presenza di animali ma anche di persone che svolgono diverse attività all’interno della casa
Anche le nuove tecnologie per evitare la dispersione di calore, come ad esempio i rivestimenti esterni (il cosiddetto “cappotto”) e i serramenti che hanno una perfetta tenuta, contribuiscono in modo consistente alla diminuzione del ricambio d’aria tra l’esterno e l’interno della casa e di conseguenza ad aumentare l’aria viziata e “malata” che respiriamo.
Ora che abbiamo determinato i fattori esterni ma soprattutto interni che concorrono all’inquinamento dell’aria che respiriamo, abbiamo capito che il ricambio di aria è un aspetto fondamentale per garantire il benessere di tutta la famiglia all’interno delle mura domestiche.
La cattiva aerazione della casa può provocare in chi ci abita vere e proprie patologie come ad esempio mal di testa, spossatezza e nausea ma soprattutto può anche aggravare le allergie e incrementare l’insorgere di malattie cardiorespiratore.
Dobbiamo quindi ricambiare in modo costante l’aria, senza però sprecare energia.
E come si fa? Installando dei sistemi di ventilazione meccanica controllata.
Si tratta di apparecchi creati appositamente per gestire in modo corretto e costante il ricambio di aria: l’aria viziata viene espulsa e viene sostituita da aria nuova e ossigenata proveniente dall’esterno.
In particolare, l’apparecchio da installare nelle stanze della casa che hanno maggiormente bisogno di essere ventilate è il recuperatore di calore.
Il recuperatore di calore è un apparecchio che si installa a muro e che necessita di una presa elettrica per il funzionamento. La dimensione, la forma e le caratteristiche tecniche si scelgono sulla base delle caratteristiche della stanza da ventilare.
I recuperatori di calore sono anche dotati di rilevatore di umidità: quando la stanza raggiunge un tasso di umidità troppo elevata, il rilevatore si attiva ed inizia il processo di scambio dell’aria. L’aria umida interna viene sostituita da quella prelevata dall’esterno e viene immessa nell’ambiente alla giusta temperatura, così da non percepire un fastidioso spiffero.
Un singolo recuperatore di calore è in grado di gestire il ricambio d’aria di una stanza fino a 20m2 senza bisogno di installare un impianto di canalizzazione.