Mini guida semi-seria al traguardo più stressante nella vita di studenti e studentesse.
E così, ci sei. Guardi la ricevuta di pagamento dell’iscrizione al tuo ultimo anno accademico e sospiri. Ti mancano pochi esami e poi la tesi, che magari hai già iniziato a scrivere oppure no (e in questo caso, tra poche righe leggerai proprio di te).
La laurea si avvicina. Inesorabilmente. E tu sei ancora lì. Il sospiro si è trasformato in qualcos’altro. Ora trattieni il fiato e il terrore si è impossessato di te. Ehi, no no, non è il caso!
Ti spiegherò in poche, pochissime mosse come uscire indenne dagli ultimi mesi che ti separano dal vederti cingere il capo con una corona di profumatissimo alloro.
Sei un fuorisede? Bene ho una notizia per te: non è necessario vivere anche gli ultimi mesi mangiando pasta al tonno e continuando a portare rancore al coinquilino che ti ha rubato la carta igienica al primo anno, davvero. Goditi la città che ti ha ospitato. Esplorala. Partecipa agli eventi e organizza almeno una volta a settimana un pranzo/cena con qualcuno (e no, non fargli mangiare la pasta al tonno, puoi ordinare d’asporto o preparare anche una carbonara, dopo tutti questi anni qualcosa devi averla imparata!).
Come dice “La Stampa” in questo articolo di qualche anno fa, ma sempre attuale, tra poco potrai firmarti aggiungendo la fatidica parola “dottore” o “dottoressa”: allenati a farla diventare una firma leggibile, non stai più prendendo appunti durante le lezioni di quell’esame da 12 crediti che nessuno passa al primo colpo! Realizza che tra poco potrai anche tu correre e farti avanti all’espressione “c’è un dottore qui?” anche se magari ti laurei in filosofia e qualcuno si è appena fratturato una gamba. Credimi, è comunque una soddisfazione anche se gli sguardi di disapprovazione fioccano come la neve a gennaio.
Anche se ti mancano ancora degli esami, se non hai già pensato alla tesi, fallo e in fretta. La corsa per accaparrarsi il professore più disponibile alle correzioni o la professoressa più in voga della tua facoltà è già iniziata e tu non lo sai. Prima di te sulla linea di partenza ci sono fuoricorso, studenti a cui mancano meno esami di te e naturalmente loro: le creature mitologiche i cui esami sono conclusi ma che hanno deciso, all’ultimo, di cambiare relatore. Li riconosci dagli occhi iniettati di sangue e dal colorito tendente al violaceo. Non farti mordere, diventeresti come loro.
Proiettati alla tua festa di laurea. Immaginala. Organizzala nei minimi dettagli se puoi. Se ti manca davvero poco inizia a scegliere la location, il dj (o il gruppo musicale se ti piace la musica dal vivo), l’abito da indossare e gli oggettini da lasciare ai tuoi invitati. Ti metto qui una piccola dritta: affidati a questo negozio online per le tue bomboniere, scegli direttamente sul sito e lascia che siano loro a confezionare tutto quanto, riceverai il tuo ordine in pochissimo tempo e potrai includere persino già confetti e bigliettini…insomma una salvezza che ti eviterà intere giornate con mammina alla ricerca di chissà quale oggetto rarissimo!
Ripercorri la tua carriera universitaria. Fai un viaggio nei ricordi e cerca di tornare indietro al tuo primo esame. Quanta paura avevi? Quante ore avevi dormito? Che voto hai preso? Scommetto che ricordi tutto. E ti ricordi magari anche di quell’esame difficile che non hai superato al primo colpo. O di quello che tutti consideravano impossibile e per il quale hai preso un “trenta” che ti hanno invidiato. E ti ricordi anche di quella volta in cui hai trovato il coraggio di alzarti e andare via prima del termine di una lezione. Oppure ancora di quando hai preparato quell’esame in un giorno e hai accettato quel venti che ti ha buttato giù la media in un colpo solo. Conserva tutto questo, tra qualche anno ti mancherà. Ti mancherà persino l’assistente rigida e impettita che “mi spiace, non la vedo pronto/a” perché al confronto la vita post universitaria sarà peggio.
Ora, non voglio assolutamente spaventarti. Vorrei semplicemente che tu riflettessi sulle scelte che hai fatto, su come la tua personalità sia cambiata, adattandosi alle sfide che l’istituzione universitaria ti ha presentato nel corso degli anni. Si dice che le occhiaie di chi studia all’università siano di una tonalità diversa rispetto a quelle di chi ha subito cominciato ad addentrarsi in un’attività lavorativa, che prendano una vena giallognola dovuta a libri e schermi da fissare. Di certo, frequentare un corso di laurea non è una scelta di comodo come molti, specie quelli delle generazioni precedenti, pensano. Serve dedizione, impegno, abnegazione, volontà e tanto coraggio. Perché il problema spesso non risiede nel mettersi a studiare per ore, ma nell’affrontare con sicurezza i docenti che nell’istituzione accademica non ricordano più di avere di fronte un essere umano e ragionano solo per numeri, matricole e sessioni da terminare. Come se fosse tutto lì.
Ma tu respira. E ricorda: tra pochi mesi una corona d’alloro si incastrerà tra i tuoi capelli messi in piega per l’occasione, i tuoi amici faranno scoppiare i cannoni spara-coriandoli e negli occhi di tutti vedrai solo orgoglio e soddisfazione e quegli sguardi, fidati, valgono tutto il viaggio.